Kami
In giapponese «ente o potere superiore». I Kami sono le
divinità dello shintoismo, che comprendono sia personificazioni mitologiche
(es. Amaterasu, il Kami del sole), sia antenati o persone illustri divinizzate,
sia gli elementi della natura (montagne, alberi, foreste, pietre, corpi
celesti, fuoco ecc.). I Kami esistono in numero praticamente illimitato (ogni
cosa esistente ha uno spirito correlato) e sono disposti in gerarchie. I loro
poteri sono sovrumani, ma sono limitati alla propria sfera di azione
individuale.
All’inizio era il caos. Poi una parte della materia informe precipitò verso il basso e si formarono i cieli. In quello più alto si generarono i Kami, dèi invisibili, che furono: Ame-no-Minaka-Nusi («il signore dell’eccelso centro del cielo»), Toka-mi-Masubi («l’augusto produttore»), Kamu-mi-Masubi («il divino produttore»), Umasi-asi-Kabi-Nikogi («Il principe antico leggiadro virgulto di giunco»), Ame-no-Toko-taci («il dio che resta sempre sulla terra»), Toyo-kumu-nu («il signore integrante»). In seguito queste divinità sparirono, e furono seguite da sette generazioni divine.
All’inizio era il caos. Poi una parte della materia informe precipitò verso il basso e si formarono i cieli. In quello più alto si generarono i Kami, dèi invisibili, che furono: Ame-no-Minaka-Nusi («il signore dell’eccelso centro del cielo»), Toka-mi-Masubi («l’augusto produttore»), Kamu-mi-Masubi («il divino produttore»), Umasi-asi-Kabi-Nikogi («Il principe antico leggiadro virgulto di giunco»), Ame-no-Toko-taci («il dio che resta sempre sulla terra»), Toyo-kumu-nu («il signore integrante»). In seguito queste divinità sparirono, e furono seguite da sette generazioni divine.
Kami-kaze
Dio giapponese del vento, delle tempeste e del grande
gelo. Quando la flotta mongola tentò di invadere il Giappone, Kami-kaze la fece
volare via.
Kaminari
La Donna Tuono del Giappone, altrimenti nota col nome di
“Frastuono del Cielo”. Alcune persone l’hanno vista in forma di regina celeste.
Kanbarinyudo
Kanbarinyudo è il il dio delle toilette. Veniva
regolarmente invocato in prossimità del capodanno. L'ultimo giorno dell'anno,
infatti, bisognava invocarlo dicendo: "Kanbarinyudo hototogisu", e
con questa preghiera ci si premuniva contro spiacevoli incontri nei momenti di
intimità nella toilette. Il problema a monte di tutto era questo: i gabinetti,
una volta, consistevano in due assi di legno con un buco nel mezzo, il tutto
sospeso su di un pozzo nero, da cui era possibile che risalissero animali (più
spesso) o mostri (meno spesso), e tutto ciò che l'immaginazione poteva creare.
Infatti, visto che il contenuto del pozzo veniva riutilizzato per la
concimazione dei campi, esisteva un accesso esterno da cui potevano accedere
(contenti loro) animali di vario tipo. Invocando la protezione di Kanbarinyudo,
quindi, si era abbastanza tranquilli in quei momenti e si poteva fare quello
che si doveva fare in santa pace.
Kannon Bosatsu
La Dea della Pietà, incarna la compassione ed è una delle
divinità più venerate in Giappone e nel resto dell’Asia. Kannon significa
letteralmente “Ascoltante dalla molta vista” che può essere tradotto più
liberamente con “colei che vede e sente tutto”. Questo è il compito di questa
divinità compassionevole: prendere testimonianza ed ascoltare le preghiere di
coloro che sono in difficoltà nel regno terrestre, ed aiutarli a trovare
l’illuminazione. Originariamente un maschio, in Giappone è ritratto più spesso
come femmina, cosa che sarebbe in realtà impossibile, poiché secondo gli
insegnamenti buddisti un bodhisattva a era impensabile. Infatti in alcuni
disegni, se si guarda attentamente, la “dea” ha un pizzetto. I fattori, inoltre, pregano una manifestazione particolare della
dea: la Kannon dalla testa di cavallo (Batou Kannon), la quale si distingue
appunto dalla testa di cavallo bianco che porta una corona. Ci sono molte
rappresentazioni di Batou con anche tre teste e fino ad otto braccia. Questa
manifestazione di Kannon proteggerebbe i cavalli ed il bestiame. Kannon non
protegge solo gli animali che servono l’uomo, estende i suoi poteri nel
proteggere anche i loro spiriti portando loro una vita più felice di quella già
una volta vissuta in terra.
Kappa
Nella mitologia giapponese, i kappa sono piccoli sipriti
acquatici (Suijin) che vivono in laghi e fiumi di tutto il Giappone, e si
riconoscono per il loro becco, per le dita palmate e per la ciotola rovesciata
e piena di acqua che hanno sul capo, circondata da ciuffi di capelli. Un kappa
adulto è alto circa un metro e mezzo e ricorda un ibrido tra un umano e una
tartaruga, non solo per il volto rettiloide ma anche per il guscio che hanno
sulla schiena. I kappa hanno la capacità di cambiare colore simile a quella dei
camaleonti. Non possono vivere a lungo sulla terra, perchè devono mantenere la
testa sempre bagnata. Se non riescono a mantenere questo requisito, si seccano
fino a sgretolarsi. Mangiano molto e consumeranno ogni tipo di animale compresi
cavalli, mucche o anche esseri umani. I loro piatti preferiti sono i bambini, e
ci sono molte leggende che parlano di kappa che spingono bimbi nell'acqua e li
annegano. L'unica cosa che preferiscono ai bambini è il cetriolo, e hanno dato
nome a un piatto che si chiama appunto kappamaki (sushi roll ripieno di
cetrioli). Durante la stagione estiva le madri buttano in acqua un cetriolo con
scritto sopra il nome del figlio e lo gettano in mare prima di fargli fare il
bagno, in modo che il kappa accetti il cetriolo e lasci stare il figlio.
Inoltre usano dei cetrioli che volano come libellule per spostarsi. I kappa
sono molto intelligenti e possono diventare amici di uomini saggi a cui
insegnavano l'arte di sisemare le ossa rotte. Si dice che un tempo essi fossero
effettivamente dei monaci. Una teoria interessante è che un tempo fossero
monaci portoghesi che portavano dei mantelli che scendevano sulla schiena come
gusci di tartaruga, con la tonsura che ricordava una ciotola circondata dai
capelli. Il termine portoghese per mantello, Capa, è stato poi trasmesso anche
allo spirito da loro originato. L'origine però più probabile è che i kappa
siano monaci Shinto corrotti.
Karura
I Karura sono uomini uccello. Queste creature
dorate hanno un corpo umano, ma le ali e le facce (o i becchi) di un’aquila.
Sputano fuoco e hanno una corona di gemme inrorno alla testa. Queste creature
sono i nemici mortali dei serpenti e dei draghi. Si dice che solo draghi che
possiedono un talismano buddista o che credono negli insegnamenti del Buddha
possano scappare dai Karura. Essi possono oscurare il sole tanto sono grandi, e
lo sbattere delle loro ali è come il tuono. Nelle sculture giapponesi i Karura
sono spesso rapprensentati come grandi uccelli con teste umane che combattono
con serpenti. La più famosa è al Sanjusangendo di Kyoto. Le maschere di questa
creatura sono diffuse, anche nei tempi moderni. A volte i Karura sono confusi
con le fenici (Ho-oo), ma in realtà sono due bestie mitologiche
differenti.
Kawa-no-Kami
Il dio dei fiumi della mitologia giapponese. Mentre molti
fiumi hanno la loro propria divinità, tutti sono sotto l’autorità di
Kawa-no-Kami. Durante le inondazioni, la gente cercava di placare questi dèi
con sacrifici umani.
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